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SANTA FEBRONIA A RAMACCA

24 novembre 2011

È stata inaugurata domenica 20 novembre a Ramacca una scultura ritraente Santa Febronia, la martire mesopotamica il cui culto, antichissimo, ha conosciuto nei secoli passati un’ampia diffusione dall’Oriente all’Occidente.

L’autore, Francesco Guzzardi, originario di Palagonia ma da oltre cinquant’anni residente a Ramacca, ha voluto così omaggiare il simbolo per eccellenza delle sue origini palagonesi, in cui si condensano sentimenti di fede e di appartenenza. L’opera, una scultura in pietra riproducente la Santa nella tradizionale iconografia, è posta in cima a una colonna corinzia alla cui base, in tre bassorilievi, sono raffigurati rispettivamente San Francesco d’Assisi, san Pio da Pietrelcina e il beato Giovanni Paolo II.

Nel corso dell’inaugurazione, alla quale sono intervenuti esponenti delle autorità civili e religiose cittadine, il Guzzardi ha raccontato come la realizzazione di quest’opera rappresenti il coronamento di un sogno che persegue fin da bambino, un soggetto, santa Febronia, con il quale confidava un giorno di riuscire a misurarsi attraverso l’arte della pietra, che lui coltiva in modo amatoriale ma con tanta passione e dedizione. Per l’occasione sono state messe in mostra altre sue opere raffiguranti alcuni uomini illustri, come il musicista Vincenzo Bellini, ma anche blasoni e stemmi civici, come quelli dei comuni di Ramacca e Palagonia.

All’evento ha preso parte anche una delegazione dell’associazione Amici del Mediterraneo, che ha accompagnato un gruppo di bambini impegnati in una serie di incontri con alcune maestranze locali, i quali relazioneranno in un servizio che sarà pubblicato sulla rivista Amedit.

Il sindaco di Ramacca, avv. Francesco Zappalà, entusiasta per il pregio artistico dell’opera, ha annunciato che provvederà al più presto all’individuazione di un luogo pubblico più idoneo dove possa essere ammirata da tutta la cittadinanza, costituendo al tempo stesso un ideale suggello d’amicizia con la vicina città di Palagonia. L’opera è attualmente esposta all’interno di un’area privata, ma visibile a chi giunge alle porte della cittadina ramacchese, sulla strada provinciale 254 prima di arrivare al cimitero.

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