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Santa Febronia di Patti

Di seguito la versione agiografica che si narra a Patti (ME), come ci viene riportata dal sacerdote Enzo Smriglio, secondo la quale esisterebbe una Santa Febronia nativa della cittadina siciliana, che nulla avrebbe a che vedere con l’originale storia della martire Febronia di Sibapoli-Nisibis. Tutti gli agiografi moderni (R. Gregoire, P. Chiesa, M. Stelladoro) hanno negato ogni fondamento storico a questa presunta santa omonima originaria di Patti che viene venerata anche a Minori (SA) con il nome di Trofimena, confermando che in realtà si tratta della medesima santa originaria di Nisibis, in Siria.

La vita

Patti è uno dei pochi Comuni della nostra Diocesi che ha l’onore di annoverare tra i propri concittadini una giovane eccelsa per santità, a cui ha dato i natali e che si gloria di avere come Patrona: la Vergine e Martire Santa Febronia.
Secondo un’antichissima tradizione orale Santa Febronia visse agli inizi del quarto secolo dopo Cristo e subì il martirio sotto l’imperatore Diocleziano. Pur appartenendo ad una famiglia agiata di origine pagana, conobbe la fede cristiana e fu battezzata dal vescovo S. Agatone ad una fonte, divenuta poi miracolosa, situata in una località detta per questo “Acqua Santa”.
La giovane Febronia, abbandonato il paganesimo, si consacrò a Cristo Gesù facendo voto di verginità e, a causa di questa scelta, dovette subire angherie di ogni genere da parte del padre, che già aveva in serbo per lei altri progetti di vita.
Per sfuggire infine alla collera paterna si nascose presso le grotte del Mons Iovis, presso l’attuale località di Mongiove. Ma il padre, scopertone il rifugio, la raggiunse e, accecato dall’odio per la fede cristiana, la uccise gettandone il corpo in balia delle onde.

Patti - Reliquie di S. Febronia. foto: Pattionline

Patti – Reliquie di S. Febronia.
foto: Pattionline

Il culto

Il corpo della giovane martire, trasportato prodigiosamente dal mare, fu rinvenuto da una lavandaia sulla spiaggia di Minori (Salerno), località marinara della costiera Amalfitana. Da qui la devozione verso la nostra Santa si diffuse rapidamente fra gli abitanti della regione che, per quanto l’abbiano chiamata Trofimena a causa di alterne vicende storiche, ne hanno sempre affermato il legame con la nostra città di Patti.
La città di Patti, che custodisce in un’artistica urna argentea, conservata in Cattedrale, alcune reliquie della Santa Concittadina, donate in varie circostanze dai Minoresi, venera come sua celeste Patrona S. Febronia e ne ha più volte sperimentato la potente intercessione in circostanze drammatiche. Tra queste ricordiamo la liberazione dalla peste (XVI sec.) e dalla tirannia di Ascanio Anzalone (1656) e la protezione della popolazione in occasione dei violenti terremoti del 1693, 1908 e 1978.

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S.Febronia e le rovine di Tindari (Me). Da un'antica stampa.

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Un commento

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